31 gennaio 2011

L'uomo dei piatti


Passeggio frastornato tra le vie del mio paese. E' San Ciro, è festa patronale. Quel che resta della pira brucia 350 metri e 270 bancarelle distante dalla mia visiera. Riconosco con difficoltà i volti di maiali camuffati da occhiali da sole e limoni. Le voci abbindolatrici dei venditori non devono deconcentrarmi. Il mio obbiettivo è fissato. Spendere poco ma male. Incrocio lupini e forbici a 4 lame, ignoro lampadine a basso consumo e mazzi di carte giganti. L'obiettivo si avvicina e le raccomandazioni aumentano. Non farti infinocchiare, mi ripete la mia parte di anima coscienziosa. Il momento arriva. Siamo di fronte l'uno all'altro. Io e l'uomo dei piatti. Un venditore specializzato nella vendita  di ceramiche e porcellane. Ho bisogno di lui, ma lui non ha bisogno di me. Ho 50 euro e lui ha 6.000 portate. Ne ordino 24. Mi spila 20 euro. Pago e saluto. Contento e soddisfatto mi fermo ad osservare una altra bancarella di piatti. Sono simili a quelli acquistati. "Quanto vengono?" chiedo. "6 pezzi, 3 euro" mi risponde. Rimango immobile a moltiplicare. Poi riparto. L'uomo dei piatti ha vinto.

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